Lascivia

orgia

Dentro boudoir o caverna sorge lieve

di pelle e carne strenua candida neve;

di tra corpi avvolti di indistinto turgore,

gioia d’abisso travolge umida e sì tenera

amplessi complessi di memoria effimera.

Cavalcar sensi in gioiosa tenue sudditanza

di voglie altrui che si alternan in baldanza.

Vuoi, fanciulla monella, esser di giostra parte?

O, col broncio sgomento, te ne stai in disparte?

115 risposte a "Lascivia"

  1. una volta sui muri la mia generazione scriveva W la fica .. scusate ma devo averci la testa di c. stasera… vi saluto candida come sono sempre, ma Franz se l’è cercata la controbattuta, mi spiace, mortificatissima, io eterea, angelica sopra al presepe, giuro, ci stanno tutte le alucce… 😦

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      1. io invece sono ormai nella pace angelica dei sensi: mi concedo solo la contemplazione del di vino amore, ah ah! giuro… faccio Amen di uomini 😉
        [la chiesa si starà rivoltando per le mie interpretazioni poco bibliche… 😦

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      2. al massimo, Franz, posso fare qualche ripresa con la telecamera. Ovviamente voglio essere pagata in banconote. Specifico perché gli uomini di solito pensino basti la natura a mettere una pentola di fagioli sul fuoco: oddio, ci può pure stare, ma torniamo al fatto del ‘taglio’ alle appese… alle spese, volevo dire. E con questa battutaccia mi sa che è meglio mi ritiri o mi cacciano da wp perché non ho specificato la mia adesione al momento d’iscrizione a certe attività di cucina 😦

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  2. Questa poesia è molto squisita, gradevole, perché affronta, penetra nel dentro dell’amplesso con una delicatezza, con una raffinatezza senza uguali. Come una mdp che da un campo lungo si avvicina sempre più mostrando in primo piano l’abbandonarsi dei corpi nella fusione di sesso e amore, mostrando l’evento dall’interno: braccia gambe corpi che si contorcono che si abbracciano che si fondono si accarezzano si “consumano”. Il tutto evidenziato dal tuo poetare che sceglie e accosta nel sintagma in magnifico connubio parole a cui non avrei mai pensato (indistinto turgore, gioia d’abisso, cavalcar sensi) e le sempre fresche e splendide rime.
    Ahia, mi sono perso un fantastico dialogo a tre in cui mi sarei immerso volentieri.

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  3. Ho l’abitudine di leggere tutti i commenti prima di scrivere il mio, ma qui ce ne sono più di cento, miseriaccia nera, così ne ho saltato un bel po’ (chiedo perdono) e vado a rileggermi i “sonetti lussuriosi” del caro Aretino.
    Buona notte a tutti, “sogni d’oro”.

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