Aspra asperrima

Aspra asperrima sostanza di tua voce

come lama tagliente mi suona atroce;

misconosciuto e improvvido cercarti

nell’innocenza ingenua che sa dove trovarti.

Ah s’io possedessi d’esserti accanto la vana gioia

l’avvenir di mia voce mai ti verrebbe a noia.

Sorridi,ora, a questi poveri versi dolenti

che non v’è suono o umore

che possa scalfire pienezza del mio ardore.

 

79 risposte a "Aspra asperrima"

      1. Non potrei, forse platonico potrei…e farmi bruciare l’anima da dentro nel silenzio e ricordarmi di quello sguardo come una carezza e di quegli occhi che incessanti mi guardano e potrei sentirli ancora addosso nell’assenza che strugge, distrugge e ogni morte è una rinascita o “nuova nascita, forse potrei…forse. Ma se fosse stato realmente vissuto no, morirei per un odore e per un sapore…

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  1. Eccomi di nuovo qui…come ogni poesia….a sgranare occhi e orecchie dopo aver sentito tale canzone d’amore…Come sai ormai delle tue poesie non posso farne a meno…! Le stamperò lo giuro…ad una ad una e le farò mie…da mettere tra i miei fantastici libri…ma con la consapevolezza di poter parlare con lo scrittore! Tu Fraz…sei un vero talento….e nei tuoi versi si fa viva la tua anima! Grazie di esistere e si allietarci con le tue bellissime e dolci poesie! ❤

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      1. Non c’è di che….Non dire così…! Ma sicuramente li terrò con me e ne farò tesoro…! Troverò il modo di custodirle! Per poi poterle leggere a chi vuole ascoltare e lasciarli scivolare tra i tuoi versi! ❤

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  2. ..in quel “sorridi, ora” c’è una contrazione muscolare…. non riesco a capire se evidenzia il reale distacco dell’amata lontana, o se vi sia comunque una cospicua parte di “me misero, infelice e abbandonato!”…

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    1. al contrario mia dolce e sarcastica lettrice…c’l’amoroso avversativo del dolente richiamo al suono aspro, con l’invito al sorriso sdrammatizzante: che ogni mio impatto con la durezza, per chi amo, produrra’ solo, in me, ardore e gentilezza.

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      1. ..ora capisco…. scusami se ti sono sembrata sarcastica, ma non ho intuito il verbo come un esortazione, quanto davvero come una constatazione di fatto….
        mai per giustificarmi (mi riconosco un’ignoranza poetica sopraffina), ma se la leggi in quest’ottica “constatativa”, la mia incomprensione diventa più comprensibile…

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      2. si si andrea bella…non ti scusare…e poi l’ambiguita’ della parola poetica consente anche la tua di interpretazione… e’ l’abbandonato che non corrisponde alla realta’ dei fatti… questo…poi la poesia si prende e la si usa in ogni latitudine per gni amore o storia…cosi’ funiona.

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      3. ..so’ che trattasi di componimento (davvero bello), ma sono sinceramente lieta che non trattasi comunque di abbandono (ho un’età, gli abbandoni mi sono divenuti indigesti oltre ogni ragionevolezza)…
        grazie per la disponibilità bravo giovine, siete sempre un ottimo navigator cortese…. 😉

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  3. Franz, ascolto quell’asprezza di “erre” che, qua e là, si incontra in questa tua e sento vibrare nell’aria la ruvidezza che poi si stempera quasi in versi dolenti..
    Mi chiedevo se avessi la stessa dote di Dora, ma leggendoti credo proprio di no..
    Quale?
    Indovina..
    😀

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  4. Franz, bello il testo, ma da sorridere non mi viene come lettrice… anzi mi vien da ingoiare la voce in una parola che non mi esce per dirti parole rincuoranti
    sei certo che questa realtà che ci porti abbia un’unica interpretazione?
    A volte, è vero, sono le persone che cerchiamo a essere aspre nei toni, ma a volte, e mi auguro sia il tuo caso, possono esserci cause esterneche rendono le voci aspre, o no?
    buona serata
    con affetto, Franz

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    1. Certo che si… poi proprio per arricchire la varietà degli umori che danzano nel testo chiudo in sorriso proprio perché l’asprezza non si fa rancore ma nuovo slancio di ardore. Come ho scritto ad Andrea possono esserci più strati di lettura…

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  5. Decisamente significativa la musicalità particolare delle “erre” in questa tua poesia.
    Io da lettrice ho un sorriso colmo negli occhi e sulle labbra, un sorriso che possa anche rasserenarti rinfrancarti, un sorriso che arrivi a sciogliere con dolcezza i tuoi “poveri versi dolenti” e a rendere ancor più inattaccabile il tuo ardore…
    L’asprezza della voce di prima non ferirebbe più, sarebbe superata, prenderebbe il volo…
    Bel testo, navigatore cortese.
    Un saluto caro
    gb

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      1. grazie, caro Franz.
        ho cercato di leggere la tua poesia da più punti.
        ho sentito forte e mi è piaciuto molto quel sorriso che porta nel finale a un nuovo slancio dì ardore.
        gb
        e poi è bello dire questi tuoi versi a voce, sì.

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      1. eh si…la degenza sarà lunga e aspra…sto in una stanza sterile dove per entrare devi lavarti le mani 50 volte…e tutto ciò che entra deve essere sterile….! Stamattina ho cominciato le trasfusioni cariche di globuli e piastrine….perchè le mie difese immunitarie sono pari a zero! quindi ci vorrano dalle 4 alle 6 settimane prima di uscire…ma io sono qui! 🙂

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