Un non finito allaccio

Degli infiniti sguardi in tralice

che ci hanno trafitti oltre il lice

ce ne siamo, nel tempo,

nel tempo e oltre, infischiati,

nell’amore avvolti e avvinghiati.

Dei sussurri di feci velenosi

noi no non ci siamo corrosi.

Contusi e feriti da sguardi ostili

l’amore,no, non s’è fatto bile.

Tendiamoci allora in freccia tesa

le braccia prensili, non più a difesa,

per nuovo , lungo e non finito  allaccio.

29 risposte a "Un non finito allaccio"

  1. Un infinito allaccio oltre il tempo e in ogni luogo, senza remore nè contrarietà naviga in un mondo parallelo che non è, ma contrariamente appare meglio di quello che è: puro da insidie e leale. In ogni tua parola leggo un pezzettino di me e un altro diverso o forse contrario di te, entrambi, però, accomunati dalla stessa assenza. Assenza di presenza, assenza di parole.

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  2. Mi piacciono tanto le tue poesie Franz e scusami, forse non so cogliere appieno la loro bellezza. Mi sembra di essere così piccola in confronto alle tue parole, mi colpiscono nel profondo. Questa tua poesia ha suscitato in me un bisogno di abbracci. Riesci sempre a smuovere un groviglio di emozioni dentro di me. Grazie, è bello poterle leggere e anche se forse non le so capire a fondo mi arrivano sempre al cuore.

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  3. Sono “salito” in una tensione come chi d’amore intravede la sua metà, vi anela naturalmente in un moto di tensione crescente. E così mi sono fermato in punta del “Tendiamoci allora in freccia tesa”, per poi “ridiscendere” ritorvandomi
    “con le braccia prensili, non più a difesa,
    per nuovo , lungo e non finito allaccio”
    Alla prossima, grande Guglielmo Franz!

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