Comme se fa’ a tene’ st’anima triste e stracciata
quanne invece essa vulesse sta’ ccu tte accocolata.
Comme se fa’ dinto a na sera silenziosa
a senti’ o’ sapore d”a vocca toia addirosa?
Chissà qua’ pelle mo’
stanne pizzicanne chelli labbra,
na pelle nova de gusto friccicosa,
pecché io o’ saccio: tu tiene ‘a vocca golosa.
mi hai fatto pensare, anche se non è nel testo, alla “gelusia” intesa nell’altra versione in lingua napoletana
ma non riesco a ricordare se erano delle scatole che contenevano monili preziosi o cosa
sarebbe interessante come deriva di senso
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A’ gelusia è la classica finestra a battente con righe di legno trasversali che lasciano filtrare linee di luce…è una deriva interessante….anche la gelosia fa filtrare intravisioni non chiare… 🙂
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grazie di avermi illuminato sulla mia dimenticanza
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figurati!
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ho pensato di agganciare ai tuoi versi questa delizia…ciao Franz!
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Adorabile regalo….azzeccatissimo! Grazie! 😉
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E arriveranno nuove labbra e nuovi sapori…
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già…
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La scrittura in dialetto è sempre difficile. Se non ricalca il parlato diventa di maniera e quindi distante. O, come nel caso del Pasolini friulano, la si distanzia così tanto da renderla aliena, e quindi, per definizione, letteraria. Nel tuo caso, credo che tu sia rimasto sul parlato
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Torneremo su questo discorso…grazie Precaria… condivido in pieno la tua riflessione
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Scusa, ho inviato senza terminare. Ti dicevo, credo che tu sia rimasto sul parlato e a me piace molto perché certe espressioni sembrano vivere in bocca a pronuciarle: “tu tiene ‘a vocca golosa” è meravigliosa.
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🙂 grazie!
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“pecché io o’ saccio: tu tiene ‘a vocca golosa.” Straordinario verso.
E giunge a me immediata ‘a gelusia che fa sentire che “na pelle nova de gusto friccicosa” sta gustando “o’ sapore d”a vocca toia addirosa”
Arriva la gelosia con le sue “visioni” non chiare mentre si ha il desiderio irrealizzato e forte di stare “accoccolati” con chi si vuole.
E’ questa immediatezza che mi colpisce molto.
Tutto ha la sua vita già nelle labbra che dicono questi tuoi versi. 🙂
Gelsè
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è così Gelsè…ciao
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tu riesci a far sentire tutto questo, Franz.
questo è merito tuo.
buona serata.
🙂
gelsè
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Il dialetto è un bene prezioso ed essendo io campana ho ancor di più apprezzato questi tuoi versi. Così musicali e vibranti, mi ricordano de Filippo ed è a mio avviso arduo da eguagliare
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Grazie Annetta…davvero mi lusinghi…molti sottovalutano le poesie di Eduardo…eppure sono delicate e sonanti.
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Io ne sono un’estimatrice. Hanno un velo di nostalgia e mancanza, lasciano un senso di incompiuto che personalmente non ho ritrovato con facilità. Nel caso della tua poesia me l’hai davvero restituito
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Ne troverai altre, qua e là in dialetto…si, nostalgia è la parola giusta. 🙂
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Ti leggerò con voracità tenendo un piccolo riguardo per le prose dialettali. Sono piccoli tesori.
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Davvero grazie! 😉
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Mi emozionano molto le poesie di Eduardo.
Gelsè
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Sai che i tuoi versi mi piacciono molto, Franz.
E il napoletano è musica anche, ma non solo…
🙂
gelsè
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