D’incarnato sangue

Canto un Dio che nacque in fragile umore

d’incarnato sangue al pianto d’amore;

canto un Dio mansueto mite e fraterno

che ci parlò di pace alla bocca dell’inferno.

Canto un uomo che venne in ventre bambino

a capovolgere l’odio nel gesto di umile inchino;

canto il Dio votato al martirio alla mensa dei potenti,

colui che contro violenza mosse passi irriverenti:

non canto certo i suoi superbi e falsi serventi,

ma degli umili il moto d’orgoglio che dall’alto mosse,

di grazia illuminando l’umido abisso delle fosse.

 

 

44 risposte a "D’incarnato sangue"

  1. Stavolta ho notato anche la metrica oltre al significato dei versi! Direi che è scritta divinamente bene e ben si confà alle celebrazioni religiose di oggi.. Bravissimo Franz.. ti mando un abbraccio e ti auguro uno splendido Santo Stefano

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    1. Grazie Ali…Una riflessione mi ha colpito e tanto…la religione cristiana è l’unica, tra le religioni, che fa incarnare un dio in nascita dal ventre e lo destina al martirio salvifico… una vicinanza rivoluzionaria alla storia di noi umani…una nascita che contiene una morte, segno di fragilità e di umiltà sconvolgente nella narrazione di un Dio.

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      1. confesso che non ho una buona cultura religiosa, o, per meglio dire, diciamo che conosco la nostra religione e poco di più.. però devo dire che hai ragione nelle tue osservazioni.. fragilità e umiltà… sì

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      2. una volta sono stata nella chiesetta di San Francesco che si trova in cima alla collina che sovrasta l’isola Maggiore del lago Trasimeno, in mezzo agli ulivi, nel silenzio perfetto, rotto solo dal canto degli uccelli… inimmainabile

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  2. “Canto un uomo che venne in ventre bambino
    a capovolgere l’odio nel gesto di umile inchino;”
    Apprezzo molto.
    Bella poesia la tua che fa cogliere colmo questo uomo nel suo modo di essere, di agire…
    Grazie, Franz caro.
    I tuoi versi mi danno da riflettere profondamente.

    Ore serene e dolci per te 🙂
    Gelsè

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  3. Ti leggo e non posso che mirare questo tuo verbo che canta l’apologia del Verbo come solo chi è dotato di sensibilità intima può fare..con accenti di adamantina originalità.
    Che dirti…questa tua ultima meriterebbe, s’io ne fossi capace, una melodia ad hoc che la rendesse celebre come “Tu scendi dalla stelle”…
    Sant’Alfonso, ne son certa, sarebbe fiero di te…

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  4. ci sono dei miracoli piccoli che ci aprono grandi verità oltre il nostro sentimento di finito; a volte in momenti irreversibili. Quei piccoli miracoli ci danno coraggio, vorrebbero darcelo per questa vita. Quello che tu hai potuto avvertire nella Porziuncola. Credo.
    Ma poi dove andiamo? cosa facciamo? Ce la facciamo? perché non ce la facciamo? E quei miracoli sembrano perdersi.
    So che tocco qualcosa di delicato, ma spero tu comprenda con quanta attenzione umana e con quanto rispetto lo faccio.
    ci sono misteri della fede per alcuni. Misteri della vita per altri. Ascoltiamoli.

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    1. “ci sono misteri della fede per alcuni. Misteri della vita per altri. Ascoltiamoli.”
      Sì, ascoltiamoli.
      Sì, facciamolo.
      Nella cripta della Porziuncola si avverte l’immenso e l’umano.
      Si entra in una dimensione indefinibile…
      gb

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    2. Si….sono in ascolto, Dora…l’importante è ritrovare quei momenti…appena un silenzio intenso e profondo ce lo consente…poi magari siamo travolti, al di là della nostra volontà da spinte che ci trascinano lontano dal senso della vita…ma quello è li’ nel fondo di noi…basta scavare e, si, ascoltare.

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