L’ultima luce

Trafitte da lame di pioggia le mie piante

e le mie ossa, di nervi tesi, un po’ frante.

M’appoggio, chino, del tavolato allo scrittoio,

di respiro breve, che so che, così, non muoio;

e scrivo, scrivo del meriggio pallido e morente,

d’anima lieve eppur, nel peso,umida e silente.

Ecco, di rifrazioni lontane si abbaglia la mente

come di tra le foglie l’ultima luce svanente.

53 risposte a "L’ultima luce"

      1. e cosa c’è di più poetico di tale metafisico abbaglio? L’illusione luminosa è un gioco che ci offre lo spazio/tempo…adoperiamolo quale guida per scovare una luce ed un calore più prossimi.

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      1. La avverto dannunziana per sapore questa tua e lo sai quanto io veda nel Gabriele, al di là delle sue discutibili scelte politiche ect, un poeta che sento visivamente ( “Pioggia nel pineto” in testa) e che mi piace.

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      2. anche i critici che non lo amano lo hanno dovuto ammettere… tutta Alcyone è un pentagramma di suoni ancestrali e naturali orchestrati con sapienza inaudita.

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      3. Sì, si son arresi ..e come si poteva negare la capacità di Gabriele di entrare in empatia con la natura di trasferirne i battiti, i respiri su carta.
        Ormai sappiamo quanto poco siano equilibrate , bilanciate le posizioni critiche, spesso legate al flusso delle mode addirittura.

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