Aurevoir monsiurdames…

Nella gran danza delle dame

la città si muove a sciame;

tra un inchino ed un sorriso

di maschera il volto è intriso.

In fastidio canto te, osceno rituale,

che in vago costume vesti il male:

quel desiderio di vaga apparenza

che m’annoia di urbana esistenza.

Corro all’angolo di scrittura

e mi mondo dell’oscena lordura:

aurevoir monsieurdames,

stateve bbone,

ca nun veco ll’ora ca ce ne jamme.

24 risposte a "Aurevoir monsiurdames…"

  1. Bonjour Monsieur! 🙂
    “quel desiderio di vaga apparenza che m’annoia di urbana esistenza”
    Soprattutto questo pezzo mi viene da commentare e mi è venuto spontaneo pensare “che mi disturba”, ma questo solo perché la parola “noia” non esiste nel mio vocabolario.
    Vorrei aver interpretato bene “desiderio di vaga apparenza”: proprio nel senso di apparire anziché essere e quindi per forza vago il risultato oppure s’intende essere veramente poco presenti?

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  2. La mondanità circonda i miei giorni, non che viva una vita mondana, ma sono circondato da vacua apparenza, maschere che se tolte lasciano vedere altre maschere. Ho provato a reagire, a far togliere le maschere ma le mie parole sono svanite nel nulla. Le danze continuano e tragicamente bene e male sono “valori”” decisi da codici effimeri oltreché “utili” una rappresentazione di cui conosco il risultato sin dal primo ingresso delle comparse. E ne soffro. Ti sento vicino, amico mio.

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