La mia arsura

Mi succede d’inerpicarmi

al tatto

tra le tue cosce di giada,

lì, sino al fulcro,

dove bagna fresca rugiada.

Ah si…

a quella fonte pura

perdermi

nella stagione men dura.

Quanto è lontana, ora,

la mia arsura

da quell’acqua di bene

dove la mia lingua

il per sempre giura.

48 risposte a "La mia arsura"

  1. Misterioso e vago
    cresce il turbamento,
    radice dell’istinto.
    Sei tu l’urlo interiore
    del nostro regredire,
    l’artiglio seducente,
    l’emozione del presente,
    l’impulso necessario,
    il sogno straordinario,
    il desiderio d’esser vivi
    il motor che muove i fili.

    Ciao Poeta, iago.

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  2. Sarebbe un esperimento interessante…

    Nella peggiore delle ipotesi mi lanceranno gli ortaggi e i pomodori…
    Faremo un’insalatona coi fiocchi amico mio… ah… ah… e, soprattuttamente, potrai dire che è colpa mia…
    tanto io il blog non ce l’ho… e mi potranno insultare solo a carambola… ah… ah… ah…

    Ciao Poeta, iago.

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      1. Boh… magari avviene che qualcuno lo fa con violenza ( ed allora l’umore buono tende a svanire) o qualcun altro lo fa svogliato e distratto, una sorta d’atto d’obbligo, e lì l’umore può divenire pessimo… qualcuno vi ha rinunciato per limitarsi alla ginnastica di “stantuffo” e basta… dalle mie parti diciamo “l’umanità è bella perché è avariata” 😀

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