Sarà, città mia, che guardi al mare,
lunga la sottile linea dell’orizzonte,
che a osservarla ti vien voglia di andare
e tu vai e pensi anche a tornare.
Ma tu sai anche,
città mia, che quel mare è un ponte,
un ponte che fa arco lungo la curva del pianeta
e dunque, città mia, sei anche approdo
e lo sa bene il tuo ventre/golfo di puttana
che, nei secoli,
gioiosa apri le cosce ad ogni specie umana.
Ora che tuoi figli degeneri, città mia,
bofonchiano appartenenza ed esclusione
canto il tuo utero plurimo di razze e religione.
😮😮👍👍
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sei cara, grazie.
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No è che.. Non mi piace questo genere di scritti, non mi piace proprio e invece i tuoi mi piacciono molto, ma davvero tanto. E ogni volta ci resto stupita. In positivo ovviamente…
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Felice di averti fatto ricredere, allora… non è questione di genere, ma di rapporto tra sensibilità e canto… 🙂
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Molto probabilmente si… Grazie 😊
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🙂
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Ti ringrazio con una musica di un autore che apprezzo molto.
sheraprestobuonadomenica
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che bel pensiero! Grazie Shera… 🙂
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è una città ventrale, con tanti ventri in un unico bacino
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così, proprio così, Dora… sono d’accordo. 🙂
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