Ogni parola che scrivo designa il confine
d’uno spazio che non ha inizio, non ha fine.
Mi muovo nel cerchio d’una cecità dolente
dove danzano visioni sulla soglia del niente.
Ed io percorro e descrivo questa noia indecente
languida, ovvia narrazione del niente…
In questa bolla di cosmo senza tempo
Io, intransitivo, urlo alla parola di sfondare,
cesellare, invadere plasmare, oltre me,
una disperata invenzione d’un qualche reale.
Ma smemorai il canto dello sciamano…
Non so dettare alle lingue di fuoco
i frementi spiriti tra le stelle e la radura.
Oh, le mille vite le sento e non ne ho paura
ma le dannate parole
del magico hanno perso la natura..
Splendida….è un sentimento comune…
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è così biagina amica mia …
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