Infiniti domani e pallidi ieri.

Ah, l’ossessione…

del continuo mutar del sembiante!

Ogni magnificenza in materia

si fa diruta e incolta…

fabbriche e torri di genio

friabili scadono tra erbacce e macerie.

Solo la natura…

costante la sua morte rinnova,

solo la fabbrica…

di noi, degrada e nuova vita non scova.

O forse, nel ciclo dell’eterno ritorno

c’è il mistero oscuro d’un altro giorno?

Perdessimo, magari,

il grumo osceno della consapevolezza

d’essere particelle

rotanti nel cosmo avremmo ebrezza.

Spore portate, nei notturni ventosi,

per atmosfere ed altri cieli…

nell’espansione in vertigine

di infiniti domani e pallidi ieri.

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22 risposte a "Infiniti domani e pallidi ieri."

      1. l’infinito va concepito…altrimenti la durata sarebbe un concetto assai avvilente. Leonardo definisce la mente “volatile”…in grado di pensare l’oltre… la stessa matematica nei numeri non prevede la fine…cara amica l’oltre ci trascende e, io aggiungo, meno male… 🙂

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      2. certo…grazie Ettore…io naufrago spesso volentieri….però la morte è un tema con cui mi confronto in questi ultimi tempi ed è un tema ancora troppo grande per me perchè lo possa affrontare con serenità. io mente semplice che torna spesso alle piccole realtà della vita…buona domenica Ettore!

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  1. carissimo mi sono permessa di rubarti la ciusa…

    “nell’espansione in vertigine
    di infiniti domani e pallidi ieri”

    serrai le palpebre per non vedere
    gli alberi che ondeggiavano vicino

    ricorda che le mie ali sono acqua
    e non c’è acqua senza onde
    e non c’è onda senza il punto
    dove si infrangono
    io sono qui
    felice di raggiungere la mia spiaggia

    anche il suono del mio respiro
    non può raggiugermi

    un abbraccio forte!

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