Ah, dove s’annida la deriva del male?
In quali segreti recessi la devianza
infrange il limite e si fa baldanza?
Sconosciuta è la sfumatura d’oscuro
che insidia d’ombra l’animo più puro.
Ah i mostri…i mostri dell’ Id
genetica persistenza d’antiche paure,
ruggiti arcani tra grotte e radure
violenza estrema s’annida nei neuroni
tra le fiamme flebili di notti oscure.
Ed io lo so…
Assai fragile è la membrana
che separa l’homo sapiens
da questa memoria arcana…
Tra abbandonati laterizi di cemento
la giungla urbana ne ripete il tormento
in una fine che somiglia al principio.
Ahimè, quell’Id oscuro egotico e di granito
da millenni d’evoluzione non fu scalfito.
non si può fingere, difficile superare le debolezze umane, cedimenti e paure sono ancestrali e fanno parte dei limiti umani…meglio non potevi esprimerli Ettore
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già, Dany… e la deriva antropologica che viviamo risveglia ahimè quei mostri… grazie 🙂
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I mostri dell’Id, che ricordi… uno dei film di fantascienza che più mi hanno messo paura da bambino…
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Immagino ti riferisca a quel gioiello de “Il pianeta proibito” 😉 …geniale…tra l’altro ispirato a “La tempesta” di Shakespeare…
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Si, proprio quello… i mostri dell’Id, creati dalla mente stessa del protagonista…
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esatto… 😀
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il famigerato subcosciente! Mi piace molto
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Quello Flaviè… 🙂 grazie!
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