Banale tortura.

Non so cosa più chiedere a questo tempo.

Mi fermo…

Non è tormento né dolore

è tedio intenso di crudo spessore.

Mi mancano le accensioni di sorpresa

d’altri occhi in ascolto la vivida attesa

che noia profonda è vivere senza intesa.

Potrei non scriverlo questo stralcio coglione,

lasciare al silenzio la piatta tensione,

ma forse è meglio scandire la banale tortura

di questa vita che va così finché dura.

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25 risposte a "Banale tortura."

  1. Dire mi piace sembra banale Ettore…
    Che noia profonda è vivere senza intesa !
    Cosa ci raccontiamo ? Forse è meglio scriverlo che lasciarlo covare dentro 😘
    Scandire la banale tortura di questa vita che va così finché dura 🐞.
    Non è piacevole, tutt’ altro è vero.
    Questo tempo sarà più lungo, non voglio che sia banale ,tento 🥀💙🥀

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  2. Credo che il nocciolo di tutto siano questi due versi
    “Mi mancano le accensioni di sorpresa
    d’altri occhi in ascolto la vivida attesa”
    Ed è vero! Quando viene meno il piacere di sorprendersi si perde molto del vivere e tutto rimane “piatto”… bella bella Ettore❤️

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      1. So d’accordo. Pure pecchè quanno si dice me fa murì è na cosa bella: na cosa ‘o ccuntrarie d’a morte. E’ comme ll’ammaestratore ‘e serpiente, ca pure si vene muzzecate ma nun more pecchè si misura cu ‘a morte e la piccola felicità di tornare a vivere. E si presume con occhi nuovi e … a ceresella dint’o core e ncopp’a ll’anema. Secondo me è quasi l’apoteosi di portarci dentro chi ci ha preceduto e ci fa ancora amare sta vita accussì piccerellla nel senso cchiù nobile d’a parola e ‘o significato.

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  3. Sento il male di vivere che mi trascina da tempo, una sorta di insofferenza. Per quanto mi riguarda è la mia incapacità di provare certe emozioni, quelle che ho lasciato nel tempo. Dovrei cercare di provarle nuovamente. Facile a dirsi. E’ una mia predisposizione? In certi brevissimi momenti riesco a sentire un senso di felicità, banale forse ma intensa, magari per un particolare insignificante. Uno ne ho provato quando, alcuni giorni fa, ho visto un pettirosso immobile su un rametto esile. Il rametto si muoveva perché tirava un vento gelido e violento, ma lui dondolava sopra il rametto, e mi guardava senza scomporsi, era fermo. Mi sono chiesto come possa un essere così piccolo farsi attraversare da folate tanto intense. In quel momento mi sono come estraniato dal contesto e qualcosa mi ha illuminato dentro. Ma questo non è come il primo bacio, o come il rodimento interiore che provavo da innamorato, nel non sapere se quella ragazza avrebbe ricambiato il mio amore, oppure come il profumo dell’aria di una volta; era così…così… profumo. Quanto emozioni. Grazie carissimo Ettore.

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