Personaggi…

Conservo tracce di sogno

sentieri del bisogno…

Dentro la deriva di un notturno ai confini

vivo beffe e disegni d’oscuri destini…

Che sia ombra d’inappagata sostanza

fantasmi eterei albergano in stanza

colori silenti in membrana di luce soffusa

ovattate voci di una ridda confusa.

Oh rinarrare dei bordi le oscillanti presenze

dar loro sostanza di un attimo essenze

e far di questi corpi di illusione natura

nel gioco d’opera di una vita imperitura.

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Una corriera…

Chi può dire dove porta questo viaggio?

Io ho perso il treno ed attendo in pensilina.

Magari prendo una corriera d’altri tempi

di quelle che si fermano ogni istante.

O, forse, , che so, in magica coincidenza,

salirà qualcuno di cui non posso far senza.

Allora il viaggio diverrà un andare…

dove, non importa, anche senza tornare.

Spazzolino, mutande e due sacchi a pelo

che se…

perdessimo la corriera dormiremo sotto il cielo.

Un tocco d’eterno.

Nelle lunghe sere di inverno

chiudi gli occhi

e sfiori il battito di un tocco d’eterno.

Nel freddo terso del luminoso stellare

al rotolare del pianeta ti lasci andare.

E con lui viaggi nel mare sconosciuto

in ellissi infinita nel vuoto sperduto…

Oh particella infinitesima e pensante

rondella…

di sangue e spirito d’un orologio vagante

giri e rigiri…

vai e vieni nel ticchettio di cosmo ritornante

S’io canto.

S’io canto la luce scovo in me l’oscuro.

Ogni nota, ogni lemma d’ardore

scava in pietà tra le pieghe del dolore.

S’io canto l’estate

è perché conosco l’inverno

nel ghiaccio del mio cuore d’inferno.

S’io canto nel diaframma d’amore

è perché…

conosco della solitudine il colore.

S’io canto…

a che il suono vibri nel vento

è perché…

conosco del silenzio l’avvento.

Labbra d’amante.

Io nun te veco creatura distante

eppure…

‘o nomme tuojo è nota sonante.

Arfabeto se votta in consonante

e i’ te chiammo cu labbra d’amante.

‘O ssaje che m’addormo

cu sta nenia dolce pronunciata?

Tale e quale na’ litania d’arcana magia.

Si po’ mme vene chesta ata pazzia

‘o scrivo ppe’ ll’aria

e l’acchiappo cu sta mano aperta mia.

Nella coda di ghiaccio.

Voglio scrivere del mio panico di noia

del senso buio dove non fibrilla gioia.

Voglio scrivere versi di tormento

oscuri presagi di una notte di vento…

Voglio scrivere…

ma avverto solo un fruscio sordo

d’assenza cupa in un angolo di mondo.

Vorrei scrivere d’altre luci sonore

di respiri e voci d’allegrezza e bagliore,

ma so che oltre la bolla del mio finito

riparte l’alfabeto dell’amore infinito.

Nella coda di ghiaccio di una cometa vagante

si nasconde il viaggio del mio cuore amante.

Tu che leggi

prova di questa luce strana stupore

vi si annida il segno del mio sfinito amore.

‘O SSaccio…I know… Je sais…Eu sei.

Quante lingue parli? Mi si chiede.

parlo le lingue del pellegrino

che ho vaghezza di suoni fin da bambino.

Del portoghese porto

le inflessioni gioiose del corpo in allegria.

Del francese serbo

la postura liquida del corpo d’amore.

Dell’inglese assumo

l’onda oscura di Edgar e Willy…

Del napoletano abbranco

dal ventre il respiro caldo del mare.

‘O ssaccio… I know…Je sais…Eu sei…

che in ogni lingua io parlo di lei.

Aiuola di intenso.

Quel che c’è nel campo fiorito

dei tuoi pensieri…

conoscerne il profumo è d’animo ardito.

Ad ogni fiore tu assegni un colore

un’essenza profumo d’amore.

Ci son pure rovi di siepe spinosa

dove l’anima fatica e non riposa.

Squarci brevi ne vedo nel tuo dire

oltre le nebbie di un lontano sfinire.

Quel che so mi dice di un giardino prezioso

nel pulsare intenso del tuo fluire venoso

campo irrigato d’una semina rigogliosa

aiuola di intenso…

dove, a volte, il mio pensiero riposa.

Farò volare…

Oh farò volare…

i miei versi in occhi accoglienti

li donerò si felici ai quattro venti…

D’altre labbra assaggeranno i sussurri

nelle notti tediose fra sogni azzurri.

E questo suono che dentro m’accoglie

vibrerà d’altri petti e d’altre voglie…

Tu che mi leggi rubane l’emozione

fa che sia tua come un’antica canzone.

Dentro troverai tracce d’un pentagramma,

fra note luccicanti d’amore e dolore

d’una anima esausta

che nel cantare non muore…