Chi ti chiama altra metà del cielo t’offende
tu sei del cielo creatura immanente
di terra madre espressione e natura
chi viola infecondo la tua dolce coltura
viola del mondo la più alta statura…
Tu madre, tu figlia, tu magnifica sorella
d’ogni stagione, d’ogni cantica bella
ignota principessa gemmata da una stella.
A te che d’amore sei solco accogliente
a te umile canto, mistero sorprendente.
Ti voglio libera, selvaggia, indipendente nel diritto
c’ogni torto da te subito mi fa cuore trafitto…
Oh, regalami, Donna, l’istinto alla carezza
il tenero afflato del tuo soffio brezza
e fammi quota del tuo corpo infinito
che quel che ti dico nasce dal petto ardito
di chi venera di tua natura la fresca fragranza
ora e sempre, nell’universo, e in ogni stanza.