S’è svegliata atroce tra i denti della folla
la belva dell’evoluzione,
giungla d’asfalto non mutua colore cobalto
solo liquido di pestilenza,
d’ogni io che muore io posso far senza.
E sciamano non grida di dolore,
ma fiati roridi d’ascesso pustole e rancore
corto circuito d’una orchestrata follia
quel che conta è solo la sorte mia!
Oh, gene immondo in dotazione nascosta
riemergi a mordere del cuore buono la sosta
a non vedere la morte che gelida avanza
la sopravvivenza del mio io è…
per me che me ne fotto quota e sostanza.