Potrei cominciare dal dolore,
da quest’anima imbelle
che ha conosciuto l’amore.
Potrei slittare parole
su questi anni senza senso
vissuti in prigione col mio consenso.
Potrei infiorire questa noia infinita
quella che scandisce le ore d’una vita sfinita.
Potrei denudarmi ed urlare al promontorio
quale lupo affamato triste e solitario…
Potrei…potrei…potrei…
ma lascio andare le dita
nella musica del silenzio,
non è urlo, non è brivido d’assenzio.
Misuro il tempo nella scansione del verso
particella impazzita d’un pallido universo.