E mi ritrovo dinanzi al Consolato americano…Piazza Quattro giornate, angolo viale Gramsci…quelle che furono Piazza Principe di Napoli e viale Elena… alla parallela, alla Torretta, la Piaggio…motorette in vetrina dove insisteva il cinema Arcadia…ah! Il serial di Fritz Lang sulle Indie…la danza rituale col serpente…brividi d’eros fanciullo ed i pianti d’effluvio in come le foglie di Douglas Sirk…e June Allison…Liz Taylor…Piccole donne…iniziazione ai verdi amori…ebrezza della terza visione…gli occhi neri di Pia…piccoli sobbalzi…piccoli sobbalzi, lì dove cadde da cavallo il carabiniere nell’assalto in vernice rossa al consolato…e fummo presi, noi minorenni d’utopia…eroi sotto il monumento allo Scugnizzo…e si cantava a Reggio Emilia… “uscite dalla fossa…fuori a cantar con noi Bandiera Rossa”… prove dell’imminente ’68…basta chiudere gli occhi…
Naufraghi, noi,
da questa sponda,
li e mi chiamerò
per nome.
Per un’auto/messinscena/biografia.
Noi.
Fantasmi irraggiungibili
della memoria
apparsi
sul finire degli anni ’60
fanciulladulti estremi
borghesi figli
del dolore altrui,
necessitati
dalle gioie apparenti
ad inventarci il nostro…