Tic Toc…Tic Toc…Tic…Toc…

E conterò i giorni, le ore, i minuti e i secondi,

tutti i frammenti di intermezzo del tempo.

E danzerò tra le rondelle impazzite rotanti

ossessionate nel produrre inesorabili tic toc.

Tic Toc…tic toc…tic toc…tic toc…

Si, si! Ruota pure in senso orario

le tue punte di lancia che incidono ferite

e tu ci provi beffardo per frazioni infinite.

Ma sappi, Kronos famelico, saprò sottrarti si

sottrarti i miei di carne brandelli

contro la tua furia invocherò altri fratelli.

Zenone di infinitesima divisione espansa,

Hegel ed Escher

di spirale in spirale avvolgente ansa per ansa.

Ti sottrarrò l’illusione del rettilineo andare

con zio Fritz e l’eterno ritorno dell’eguale.

E se nel gioco s’aprirà l’abisso del Nulla

rinascerò nuovo in altra zona che mi trastulla.

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Scavo e scavo.

Scavo e scavo, contadino dei miei strati,

trovo errori, gioie e giorni malandati.

Scavo e scavo, mani nude e ferite

e trovo le stagioni di passioni ardite.

Scavo e scavo e non trovo il fondo,

il punto d’appoggio dove nacqui al mondo.

E precipito nello spazio/tempo,

imprigionato in miriadi di stringhe,

dove, passando,

mi commuovo ancora alle tue care lusinghe.

Nel decumano.

Nel decumano scorre, denso e silente,

scorre liquido un fiume di gente…

Si va, si va…chi a sguardo chino

chi tenendo per mano il suo bambino.

Butta l’aria musica chiassosa,

mentre l’inglese abbraccia la sposa.

Chiacchiericcio intenso alle soglie d’un portone

uno parla e gli altri gli tengono sbordone.

C’è chi gusta un cartoccio

e chi giocando

si muove come un fantoccio…

Io vivo, guardo e scrivo

ammazzando, così, il tempo corrivo.

Qui batte il cuore di Napoli ospitale,

eppure

una punta di dolce memoria fa un po’ male.

La soglia giusta.

Sempre a chiederti degli anni a venire

poi li scorgi, li attraversi e non li sai ghermire.

E allora snoccioli gli anni a ritroso

e li misuri melanconico e giocoso.

Oh, impressionistica pittura del tempo andato,

luce, colore, espansione oltre cornice

ma il vero che hai vissuto chi più te lo dice?

Forse nei sogni se ne fa argenteo archivio

nell’ansia di un desiderio che ti mostri il bivio

il bivio di una devianza non scorta

la soglia giusta che fuori del tempo ti porta.