Tra le brulle zolle

Che senso devo io a te  dare,

tenue germoglio di canna,

che testardo riappari

tra

le brulle zolle del mio giardino?

Mi somigli

ad una rinascita,

un visibile che dall’invisibile

riappare?

Posso, testardo io,

per analogia cantarti?

Segno che lì giù,

nell’humus profondo,

nulla muore?

In quale zona carsica

s’annida il tuo amore?

Quale brulla zolla

devo, testardo io,

con pazienza,

di dolci lacrime irrigare?

22 risposte a "Tra le brulle zolle"

    1. Grazie Dora! è il meraviglioso ciclo che si muove tra l’invisibile e il visibile… anche noi abbiamo una zona carsica dove serbiamo le energie per rinascere e ritrovare il rigoglio del sentimento… se ricordi il grande Pascàl ci paragonava alla resistenza delle canne… :*

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  1. E or mi riconosco
    e son l’imago
    dei miei dubbi…
    che in te scorgon
    la forza del rinascere
    e l’anima mia si quieta.
    Persin dal buio più fondo
    il fragile germoglio
    mi porta la speranza…
    tra quest’erba secca
    e queste spine
    che mi graffiano
    l’anima e le gambe.
    Più forte della morte
    il tuo risveglio pare
    e le mie lacrime
    linfa si faranno…
    di questa terra
    arsa e dura
    che la sete vince
    con l’amore…
    E tu con altre canne…
    sorelle al tuo venire…
    liete svetterete
    al vento amico…
    che malinconico guardò
    la vostra dipartita.

    Ciao Poeta, iago.

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