Un osceno dolore

Perché , perché è così osceno

cantar del mio dolore

dal respiro d’un corpo

che non sa più pascersi d’amore?

Perché ogni franto lemma

non può farsi di lacrima gemma?

Con te, per te, ho vissuto sperienza

d’unico amore a fondo l’ardenza.

Vogl’io , qui, lasciarne traccia e solco

pur se so bene del mio male l’origine

e d’esso male, me misero, m’accolpo.

 

69 risposte a "Un osceno dolore"

      1. Sai che avrei risposto anch’io così? Appena ho letto osceno e prima di aprire i commenti ho pensato “Ob-sceno”. Oh mamma mia!!! Sei tu che mi orienti i pensieri o si orientano natutalmente verso i tuoi???

        Piace a 1 persona

      2. Ogni dolore, secondo me è “off scene” come studiavo in una esame.
        E chi desidera vedere non ha che da leggere o da affacciarsi, Franz perchè il dolore è parte dell’essere umano da sempre. La cultura contemporanea ( e per cultura intendo più che altro il comune sentire) è portato all’edonismo e sfugge a questo momento che, invece, ha dato frutti magnifici; prendi “Memorie di Adriano” nel quale la sublime prosa della Yourcenar lo canta…

        Piace a 1 persona

    1. Ritengo la pratica atarassica solo una strada dove il dolore si accumula in un fondo inconoscibile, per esplodere poi fuori d’ogni controllo. Comunque questi son versi e non riflessioni e come tali misurano uno stato che va al di fuori dell’attimo rendendosi trasversale tra chi scrive e chi legge.

      Piace a 1 persona

      1. … e comunque la poesia quasi per sua naturale inclinazione si pasce di dolore, secondo me. Forse non tutta ma una buona parte. Almeno così mi pare. Vero è che fino a un paio di settimane fa io e la poesia eravamo su strade parallele ed ero quasi certa che non ci saremmo mai incontrate io e lei. Che poi è una scemenza dire una cosa del genere per una che crede nelle geometrie non euclidee … 😉

        Piace a 1 persona

      2. mo’ l’hai detta proprio arrapante! è una vita che mi balocco con le geometrie non euclidee ah i mille piani che si incrociano in un dove indistinguibile in imprevedibili intersezioni pluridimensionali! Si’ bella Svirgolè! :*

        Piace a 1 persona

      3. 😉 Io me ne occupo in modo dilettantesco però eh. Non credere di potere parlare con me dei “massimi sistemi” che io solo dei “minimi” posso disquisire in modo del tutto svirgolesco.

        P.S. Pirsig è uno dei miei autori prediletti. Il Pirsig dello “Zen ecc ecc ecc”. Quello di “Lila” un po’ meno

        Piace a 1 persona

      4. Mi pare che come bibliografia base sei messa bene. E poi la geometria non euclidea è stata porta d’accesso per i matematici e i fisici che esplorano la meccanica quantistica e i suoi bizzarri comportamenti…

        Piace a 1 persona

  1. Il dolore è dolore….e ogni dolore è a se…e io credo che provare dolore vuol dire che prima c’era qualcosa di forte…qualcosa che ci ha preso l’anima e adesso ci fa soffrire! ❤ bella franz!

    Piace a 1 persona

      1. eh si….studiato tra i banchi di scuola…i primi sguardi fuggenti…i primi amori…il libro condiviso sul banco e i respiri vicini…mani che si toccano per sfogliare le pagine….! Sembro essere tornata indietro nel tempo… 🙂

        Piace a 1 persona

  2. Non mi intendo di troppe parole e cose cervollotiche, seguo il tuo sentire ed il mio sentire. E’ una dimensione interiore molto profonda dove c’è dolore e di questo mi dispiace. Ma nella vita le strade possono portarci in varie direzioni…

    Piace a 1 persona

  3. Io sono uno dei piani “degeneri” di quelle geometrie non euclidee 🙂 Nel senso che prediligo le poesie che parlano di passioni rispetto a quelle che narrano dei dolori. Perché prendersi le colpe se un amore finisce? L’amore finisce quando una coppia non funziona, non per gli errori che uno commette. Ok, lo so, sono poco poetica, ma credo (a parer mio) di essere alquanto razionale). Al di là di queste ciance, la poesia è scritta divinamente bene e leggerla dona quel brivido … che è emozione. Buonanotte poeta

    Piace a 1 persona

    1. Ecco della seconda parte del tuo commento ti sono grato assai…la prima (dico quella sulla valutazione delle coppie) è un po’ a pene di segugio …Non conoscendo le storie intime dietro… attieniti alla poesia …P.S. Perché dico poi: Passione e dolore sono divisibili e distinguibili ?(con il piacere ovviamente anche) …. 😀

      Piace a 1 persona

      1. è logico che non so nulla della tua storia, come non so nulla delle storie di altri blogger, è una mia idea che ho di default e che mi è venuto di scriverla, come mi è venuto in mente di Napoli. 🙂 Per me vale in generale. Passione e dolore sono distinguibili e divisibili… sì! Ma come si fa a parlare di queste cose a quest’ora? Scusa, a malapena ci leggo in questo schermo e non ho più la lucidità necessaria.. Scappo a nanna. Se il commento non ti piace cancellalo pure, mica mi impermalisco 😉 Le mie idee però restano le stesse 😉 Buonanotte poeta, a domani

        Piace a 1 persona

      2. Io non cancello un bel niente…scherzi…ti ospito con gioia tra le mie righe , libera di esprimere la tua opinione…solo che qui non è questione di crisi di coppia….Beata te comunque che hai conosciuto la passione senza dolore…davvero Beata…

        Piace a 1 persona

      3. è una questione di tempo: ho conosciuto passioni senza dolore e poi dolore senza passioni. Probabilmente non ho capito la questione, ma sono contenta delle mie “passioni senza dolore”, hanno dato scopo alla mia vita

        Piace a 1 persona

  4. me l’ero persa nei meandri del lettore e non so quest’emergenza quanto dolore mi porti o quanta ragione sullo scuro che può salire poesia da nascosti abissi
    spero tu torni anche alla gioia dell’oscuro inteso in un senso di mistero che le vite hanno con se e che resta inconcepibile pur in estreme esposizioni

    Piace a 1 persona

    1. Io non so dove vado o dove ritorno..registro il mio canto, lo filtro nella retorica che mi è cara,e lascio che vada… Poi sai Io da tempo non mi affido al lettore per seguire glia utori che mi intrigano. vado nel loro sito direttamente e vedo cosa propongono di nuovo…Con te così faccio ad esempio. Il lettore per noi che abbiamo centinaia di follower ormai è una giungla…. ma non te ne fare cruccio, mi hai beccato e commentato…per ultimo: la gioia non è mai andata via da me così come il dolore…mi tengo entrambe

      "Mi piace"

      1. potevi non aver editato
        comunque io leggo tutto e tutti, ma in questo periodo ho le giornate più piene e riesco a leggere gli articoli di sera, solitamente, come sto facendo adesso
        meglio tenere la gioia e lasciare il dolore
        ma comprendo che non si puo sempre gioire
        prendilo per pensiero affettuoso questo invito alla gioia

        buona notte, Franz

        Piace a 1 persona

      2. Dora dora, non mi aspetto commenti così semplificanti da te. La gioia e il dolore sono indistinguibili: l’uno chiama l’altro…sembrano respingersi, ma il pensiero gioioso ha dietro di sé, sempre, il dolore in agguato…L’aveva detto Lacanne, ma non c’era bisogno…è nella nostra natura.

        "Mi piace"

      3. io, al fondo, quando desidero la pace in ogni senso, divento semplice: ho bisogno di sentire separate gioie e dolori, distinguerli, pur nella consapevolezza che non possiamo restare in uno stato, ma espanderlo e curarne l’espansione si potrebbe. Questo richiede molta umiltà: quell’umiltà che permette di riconoscere il diritto a gioia e dolore anche nelle creature che si hanno di fronte. O le urla vanno in unico senso e l’ascolto diventa impossibile per l’elevata soglia di rumore. Ciò rende impossibile anche stare vicini e con l cura che si potrebbe.
        Scusami, ma Lacanne, non l’ho mai conosciuto. Prendo per prezioso il tuo suggerimento: guardati Lacanne.

        notte
        grazie per le tue sempre ‘a volo alto’ riflessioni.

        Piace a 1 persona

Lascia un commento