Un velo bizzarro

Sai, cara, ho le lacrime agli occhi,

sai, cara, mi han messo su

un velo bizzarro:

visioni incerte d’oscillante trasparenza.

Questi occhi stanchi

si fan gioco di me che li stropiccio;

pensa, cara, mi dan visioni di bellezza

eppur nel cuore, ora, ho solo asprezza.

 

 

64 risposte a "Un velo bizzarro"

  1. l’asprezza negli occhi la immagino come uno schizzo di mandarancio che dona il pianto quale humus per la liberazione d’un più nitido riso alla vista della bellezza che ci circonda e che ci portiamo già con fatto d’esistere e di sentirci esistere

    buona giornata, Franz
    io vado al mare 🙂

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    1. per la verità le lacrime mi danno trasparenza di inganno di bellezza, l’asprezza sta nel cuore… Leggi meglio! 😀 L’immagine me la suggestionò un bellissimo saggio di Derrida sugli interstizi della visione e gli inganni della percezione.

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      1. e che deriva… che hai pigliato…
        😀
        però… sempre sistenuta da alti flussi intellettuali :O
        Franz
        penso sia nel canto la necessità di esprimere sia la bellezza che l’asprezza
        non so se faccia più saggezza all’osservazione critica o se faccia più catarsi, ma credo serva a rigenerare, pur sempre, energie buone
        non so.
        buondì

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      2. Sicuro che il canto fa energie buone, ovvio! (a volte almeno) in quanto ad esprimere sia bellezza che asprezza io ci provo sempre, anche qui, in questo componimento… Grazie della tua affettuosa attenzione alla mia testolina e alle mie energie. 😉

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  2. Il dolore nato da una utopistica immaginazione o l’immagine di un trascorso. Gli occhi che contemporaneamente vedono amore ed esprimono durezza sebbene piangano, rivivono la bellezza. Ma solo un’anima grata e nobile, veicolando la rabbia, riesce a provare un’emozione così altera.

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      1. Sembriamo anime disperse, ma anche anime gemelle che attraverso il verbo si conforta della similitudine, si cerca in stanze anche se distanti. La gente è distratta dal caos, dalla moltitudine di niente. Ah se solo sapesse leggere e vedere senza occhi che immenso mondo c’è qui tra di noi, un mondo nuovo dove si scrive anziché urlare, dove ogni parola ha un peso e piuttosto che trafiggere e ferire, trasmette e acquieta queste anime disperse.

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      2. Bella questa cosa che dici .Andrebbe messa ad esergo come presentazione del Blog. Così dovrebbe essere e facciamo tutti noi in modo che così sia! Brava Profumo! :*

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  3. Questi tuo versi li ho letti e riletti più volte tentando di penetrarli fino in fondo. Ad una prima lettura le lacrime che metton su un “velo bizzarro” mi hanno evocato qualcosa, a una seconda lettura qualcosa di segno opposto. Praticamente ne ho fatto due parafrasi diverse prima di ricordarmi che la poesia non tollera “parafrasi”, a dispetto di secoli di commento. Va sentita lasciando zone d’ombra e luce così come sono. Non va vestita d’altro. Si veste da sola. Bravo come sempre. Punto. 🙂

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  4. Le lacrime sugli occhi modificano la percezione della realtà e può risultarne una visione migliorata rispetto a quella effettiva…ma è ben poca cosa se nel cuore il dolore impera. E’ un palliativo inutile che serve a poco. Bella tua tua poesia di stasera, Buonanotte mio caro Franz e buona domenica

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      1. magari fosse vero 😉 Mi faccio delle arrabbiature che poi la sera sono “torba”.. stamani due ragazzine si sono picchiate e una ha tirato un diario in faccia all’altra… non ti dico come mi sono arrabbiata. Qualche volta mi prende un colpo apoplettico 😦

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      1. C’è una fabbrica, ai confini dell’Himalaia, lungo le pendici dell’Everest si snoda un alambicco che le distilla rubandole al pianto degli dei… Controlla di persona se non mi credi. 😉

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