Misero raggio

Dov’è quella radura di cardi ed erba incolta

che di infiniti e smisurati passi planavo?

Sapeva d’erba grassa  e di umido al risvolto:

li’ oltre la lieve collina il ruscello che amavo

gracidava al tramonto di limpida purezza

ed un vento battente m’asciugava ebrezza.

Perché t’accampi, mia solitudine,

in altro paesaggio?

Perché  di rorido cemento e polvere

mi dai misero raggio?

33 risposte a "Misero raggio"

    1. li’ sospeso nel tempo e nello spazio…credo di aver da tempo introiettato nelle mie cellule mnemoniche il soffio di quei luoghi…che sono, si, mutati, ma che conservano, ancora, anfratti che si sottraggono ad ogni ingiuria del tempo…sotto forma di inattesi silenzi e fruscii di vento ed eco…grazie dell’affettuoso commento madamoiselle le hèrisson.. 🙂

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      1. De rien, Franz.
        Io non sono nata dove abito adesso. I primi dieci anni della mia infanzia li ho passati in Toscana. Ci son ritornata qualche anno fa, a quasi venti anni di distanza: ho trovato tutto così diverso da come lo ricordavo. Preferivo ricordarlo come era allora.
        Ecco perché ho scritto quel commento.

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      2. Non era campato in aria…anch’io ho avuto un tuffo nel cuore quando ho rivisto il cortile della mia infanzia urbana…ma le montagne e la piana che descrivo serbano ancora la magia che descrissi…nacquero come luogo altro e hanno conservato , nel tempo, questo aspetto.

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  1. Ritorna, Franz, a “quella radura di cardi ed erba incolta”.
    Ritorna ai luoghi della tua infanzia per ritrovarti.
    E’ un ritorno specialissimo questo.
    C’è un qualcosa di sacro in quei luoghi.
    Il bimbo che è in te scalcia per uscire…

    “Sapeva d’erba grassa  e di umido al risvolto:”
    Apprezzo molto questo verso. Fa cogliere tutto, anche l’odore…

    🙂 Gelsè

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      1. sono contenta di questo nostro condividere 🙂
        gelsè

        e “l’odore” rimane in noi e può risvegliare ricordi infantili in noi adulti
        avete già citato “les Petites Madeleines” di Proust

        da te ho sentito forte l’odore della natura.
        quanto amo questo odore così buono e colmo!

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  2. Un paesaggio che mi è entrato nelle vene, nel senso che ne sento il bisogno come fosse…ehm…ricordi d’infanzia, di quando quei suoni (ruscello che amavo/gracidava al tramonto), quei “colori” (radura di cardi ed erba incolta) erano vita quotidiana. Da piccolo annusavo l’odore della natura, ed era buono. Con la tua poesia sono entrato in un mondo lontano nel tempo che ancora vive dentro di me.

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      1. Verissimo. Con l’olfatto ritrovo il tempo perduto e ne rimango come folgorato. Sensazioni, per me, fantastiche, difficili da riportare su carta. La tua poesia mi ha riportato allo stesso modo dell’olfatto indietro nel tempo. La mia infanzia si è svolta lungo un fiume, tra alberete e campi incolti. Non proprio il bellissimo paesaggio da te descritto ma puoi capire quanto ne sia coinvolto.

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