Una visione (dal mio romanzo in fieri “Mnemosyne”)

Sono io colei che vede? Quando il viaggio comincia, lo sento, mi perdo ed altra subentra…ed io lo so, lo avverto che è un altro tempo, un altro luogo ed una memoria che invade la mia sino all’oblio…Devo trascrivere ogni cosa o visione…solo così potrò dominare la vertigine e non smarrirmi per sempre in quell’altra…quell’altra Angela…

Ecco…lei “vede”…ed io non sono io…non sono io…non sono…

E dall’alto “vide” terre aride e mari di calore…e voragini di fuoco tra dense nuvole rosso cupo risucchiate da neri abissi in strapiombo…e l’urlo era inghiottito dal respiro affannato. Ecco la cupola dell’ultimo tempio, salvezza di memoria, regalo d’oblio, trasferimento oltre la soglia del dolore. Distanti le giungevano i canti…un ritmo in nenia assonante che la lasciò galleggiare quasi dormiente…e cadde…tra gli sterpi arsi d’una immensa radura…si rialzò e corse…corse…verso l’ultimo tempio…verso l’ultima nave…

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