Lo sconveniente sobbalzo.

Nel notturno s’assapora il tempo,

nel silenzio basito in assenza di vento.

Nell’oscuro che trema scorgi le ombre

umanissime e care fragili sembianze

e le pensi mentre lievi t’avvolgono,

per un istante carne, per un istante un bacio.

Nel notturno s’assapora l’assenza

l’algido frutto della tua percorrenza.

Oh, come chiamare il piccolo tremore,

lo sconveniente sobbalzo d’un pensiero d’amore?

18 risposte a "Lo sconveniente sobbalzo."

  1. Mammamia che bella!
    Ma algida….lei (?) …..o ciò che ne è rimasto…non so.
    Come chiamare e definire quel tremore, quel sobbalzo…? Hai ragione:bella domanda, Franz.
    Ma poco importa la domanda se la paragoniamo a quello che abbiamo sentito nel sobbalzare💋

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